Ricostruzione della pianta delle Terme di Matidia

(ed. 2019)

Localizzazione e recapiti: Isola Sacra, Fiumicino, Via Rombon

Orari di apertura: sito chiuso

Storia del sito: Sorgono sull’Isola Sacra, in prossimità dell’antica fossa traiana, oggi canale di Fiumicino, i resti di un antico complesso termale risalente al II secolo d.C.

La loro scoperta è avvenuta nel corso di una campagna di scavo, non programmata, ma attuata d’urgenza, in seguito ai rinvenimenti di alcune strutture murarie durante lo svolgimento di lavori edilizi. Erano i primi anni Settanta e la scoperta di queste terme, insieme ad altri edifici e antiche costruzioni di età imperiale, permisero agli studiosi di rivalutare il ruolo dell’Isola Sacra nei primi secoli dell’Impero.

Le fonti antiche, tra le quali Plinio, e la mancanza di scoperte archeologiche, fatta eccezione per la Necropoli, precedentemente avevano convinto i ricercatori che questa zona, quella dell’Isola Sacra, fosse una terra riservata alla coltivazione, un luogo di passaggio e congiunzione tra i grandi centri di Ostia e di Porto, e che dunque non potessero sorgervi complessi urbani. Niente di più sbagliato.

Le terme facevano parte a tutti gli effetti di quartieri abitativi e commerciali, che rientravano nel progetto urbanistico di Porto. Di questi quartieri oggi rimane ben poco visto anche le variazioni d‘uso e le modifiche dei secoli successivi.

Le terme prendono il loro nome per la loro vicinanza al Ponte di Matidia, il quale collegava le due sponde della fossa traiana e di cui pochi sono i resti. Le ricerche subacquee hanno individuato sul letto del fiume i resti del pilone centrale e le fondazioni della spalletta sinistra; parte della spalletta destra è invece ancora visibile.

Matidia era la nipote dell’imperatore Traiano nonché suocera di Adriano, donna di cultura e protagonista del suo tempo. Grazie alla considerazione che di lei ebbero sia lo zio che il genero, riuscì a esercitare la propria influenza in questioni di primo piano. Inoltre le fonti antiche ricordano le numerose opere pubbliche che finanziò in tutto l’impero. Dopo la morte, avvenuta nel 119 d.C., Matidia fu divinizzata dall’ imperatore Adriano, il quale le dedicò anche un tempio in Campo Marzio.

Delle terme di Matidia oggi rimangono purtroppo solo i resti delle strutture murarie. Le mura più antiche delle terme di Matidia risalgono al II secolo d. C., ma la struttura ha subito nel corso del tempo varie fasi di costruzione e rimaneggiamenti.

L’edificio sembra essere rimasto in uso almeno fino alla metà del VI secolo d.C.; infatti sono state rinvenute sul pavimento del salone principale alcune monete risalenti all’impero di Giustiniano e Giustino.

L’abbandono delle terme potrebbe essere una lenta conseguenza delle guerre gotiche che tormentarono la zona nel corso del VI secolo d.C. e comportarono anche l’abbandono di Porto.

Fase cronologica: Epoca romana (II sec d.C. – VI sec. d.C.)

Descrizione del sito:

Le terme si sviluppano in direzione est-ovest.

L’entrata si trovava dunque sul lato orientale, verso la strada. Tuttavia sul lato settentrionale vi era un secondo ingresso, formato da un corridoio nel quale si è conservato il pavimento a mosaico. Sempre sul lato settentrionale, quello in direzione della fossa traiana, si trovava l’impianto di sollevamento dell’acqua, che si alimentava direttamente dal canale artificiale. L’ambiente principale era costituito dall’ apodyterium, un vasto salone utilizzato come spogliatoio, che conserva ancora il pavimento in opus sectile, e comunica con altri ambienti attraverso delle aperture lungo i lati. A sud di questo ambiente ce n’è un altro di forma irregolare, verosimilmente un aggiunta successiva, anch’esso con pavimento in mosaico. La zona dei bagni veri e propri si sviluppava verso ovest, al di là di un passaggio delimitato da due colonne su delle basi ancora visibili.

Nella zona dei bagni troviamo il frigidarium, con due vasche contrapposte, una di forma quadrangolare, l’altra semicircolare, che venivano riempite con acqua fredda. Negli ambienti successivi possiamo riconoscere un piccolo atrio sul quale si diramano il tepidarium (ambiente portato a temperature moderate attraverso una corrente d’aria calda che passava sotto il pavimento, tra le suspensure) e il calidarium (destinato ai bagni di acqua calda e di vapore). Di essi non rimane praticamente nulla, neanche il piano di calpestio: possiamo vedere esposte infatti le suspensure, piccoli pilastri utilizzati per sovraelevare il pavimento e tra i quali veniva fatta circolare aria calda che riscaldava gli ambienti e l’acqua. Dopo il calidarium si passava al laconicum (sauna) e da qui si giungeva nuovamente al piccolo atrio. Tutto attorno alle vasche e al lato occidentale si sviluppava il corridoio di servizio dei prefurnia, i forni utilizzati per riscaldare l’aria.

Bibliografia: Ricerche archeologiche nell’Isola Sacra, Veloccia Rinaldi, Testini, Istituto Nazionale d’Archeologia e Storia dell’Arte, 1975, Roma

Nome del rilevatore: Anastasia Valentino