(Prima edizione 2014)

Storia del sito

La chiesa deriva il suo nome da Aurea, una ragazza di nobili origini martirizzata, secondo la tradizione, sotto l’imperatore Claudio II il Gotico (268-270). Il suo corpo, gettato in mare con una pietra al collo, fu miracolosamente rinvenuto da un vecchio di nome Nonno che lo seppellì in praedio ipsius, ubi habitaverat foras muros portae Ostiae. Sul luogo tradizionale della sua sepoltura, che tuttavia non si conosce precisamente, si incentrò un edificio di culto forse già tra la metà del IV e gli inizi del V sec., all’interno di una vasta area funeraria che si estendeva per tutto il suburbio sud-orientale dell’antica città di Ostia. Secondo alcuni documenti medievali in questo luogo fu sepolta anche Santa Monica, madre di S. Agostino. La più antica attestazione nelle fonti di un edificio di culto dedicato ad Aurea viene dalla biografia di papa Sergio I (687-701) nel Liber Pontificalis, al quale si attribuisce il restauro della basilica, mentre papa Leone III (795-816) avrebbe fatto ripristinare la copertura. Quando papa Gregorio IV (827-844) fondò il nuovo insediamento di Gregoriopoli per proteggere dalle incursioni saracene l’esigua popolazione ostiense rimasta nel territorio, il luogo di culto dovette svolgere una funzione aggregativa, forse per la sua posizione strategica lungo il tracciato dell’antica via Ostiense. Durante il medioevo, non si sa con esattezza la data, la chiesa divenne cattedrale della diocesi ostiense. Nel 1463 papa Pio II in visita ad Ostia la descriveva come in rovina. Di lì a poco la chiesa fu in effetti interamente ricostruita con orientamento opposto, anche se non si conosce il momento preciso della definitiva obliterazione dell’edificio originario. Alcuni studiosi collocano i lavori nell’ambito del rinnovamento del borgo promosso dal cardinale Guillame d’Estouteville (vescovo ostiense dal 1461 al 1483) sotto il pontificato Sisto V, che vide ricostruite le mura, restaurata la sede vescovile e costruite le file di casette a schiera. Tuttavia l’assenza dei suoi stemmi nella chiesa, e la presenza, invece, di quelli del suo successore Giuliano della Rovere (vescovo ostiense dal 1483 al 1503), insieme alla decorazione con simboli marziali ed allegorici riferibili al programma politico-religioso del futuro papa, porterebbero ad attribuire la costruzione vera e propria a quest’ultimo, che la affidò forse, congiuntamente ai lavori per la rocca, a Baccio Pontelli.

Dal 1587, per decisione di papa Sisto V, Ostia è la sede assegnata al Cardinale Decano del Sacro Collegio. Diversi vescovi di Ostia sono stati eletti pontefici, anche in età recente: da ultimo, papa Ratzinger, Benedetto XVI.

Fase cronologica

L’edificio originario risalirebbe alla metà del IV-inizi V sec. ca.; completamente ricostruita, con orientamento opposto, probabilmente dal cardinale Giuliano Della Rovere alla fine del XV sec. In uso ancora oggi.

Descrizione del sito

L’edificio attuale si presenta quasi invariato rispetto alle forme assunte nel XV sec. ma la chiesa primitiva aveva orientamento esattamente opposto rispetto a quello attuale. Essa doveva essere un edificio absidato a tre navate di 19 x 24 m, ricostruibili grazie a muri perimetrali rinvenuti in diversi sondaggi effettuati a partire dagli anni ’50 del 1900, che hanno portato alla luce tratti dei muri perimetrali e dell’abside. All’interno dell’edifico antico sono state rinvenute formae per sepolture pavimentali, che confermano la connotazione cimiteriale del luogo. Dai saggi e da scavi non documentati nell’area all’esterno della chiesa odierna sono venute alla luce anche numerose sepolture, alcune con lastre sepolcrali di fede cristiana. Scavi del 2005 nel cortile sul retro della chiesa attuale hanno messo in luce tre tombe di XV-XVI sec. allineate lungo la parete di fondo della chiesa attuale, un pozzo, e una fondazione forse pertinente al muro della scala d’accesso all’antico episcopio, visibile in uno schizzo planimetrico attribuito a Baldassarre Peruzzi. Il muro ne obliterava uno precedente, parallelo alla facciata della basilica paleocristiana e con alloggiamenti per almeno due colonne: sulla base di ciò si è ipotizzato che in età medievale la basilica fosse preceduta da un quadriportico, oppure che esistesse un edificio sul lato opposto della strada romana che correva davanti alla basilica.

La chiesa quattrocentesca che vediamo attualmente dipende da modelli architettonici funerari e templari di età romana imperiale. È ad un’unica navata, illuminata da bifore, con abside quadrata sul fondo inclusa all’interno del perimetro dell’edificio. La muratura esterna è in mattoni, scandita da lesene in travertino con basamenti ornati da rilievi con trofei d’armi e con lo stemma cardinalizio di Giuliano Della Rovere; i capitelli in pietra sono decorati da foglie d’acanto e palmette, incorniciate da volute. Sopra il portale d’ingresso si apre un rosone a otto spicchi lobati e nel frontone vediamo lo stemma di Giuliano Della Rovere. Il soffitto è a capriate lignee e pianelle, in parte di restauro, decorate da gigli dipinti, motivo araldico legato al cardinale Alfonso Gesualdo, vescovo di Ostia dal 1591 al 1603. All’interno, il presbiterio è rialzato di alcuni gradini e un arco trionfale in marmi di spolio, che reca la dedica del cardinale Della Rovere, incornicia l’abside, il cui fondo ospita un ovale dipinto da Andrea Sacchi, raffigurante il martirio di Sant’Aurea (1627). Sulle pareti laterali della nicchia absidale si vedono lacerti di affreschi di scuola romana dell’inizio del XVI sec. (S. Paolo a destra, S. Pietro e un papa a sinistra), forse da attribuire a Nicola Filotesio detto Cola dell’Amatrice. Sul lato destro della navata si apre la cappella di S. Monica, costruita nel 1627, dove si conservano la lapide con l’epitaffio di S. Monica e il calco della lastra funeraria con l’iscrizione Chryse. La tela della cappella è attribuita a Pietro da Cortona e raffigura l’estasi di Santa Monica ad Ostia. A sinistra dell’ingresso della chiesa è inglobata nella parete una custodia per olii santi di scuola cosmatesca, databile al tardo medioevo, sotto la quale è inserito un cippo (sepolcrale?) di età romana, riutilizzato come acquasantiera. Lungo le pareti delle piastrelle colorate  illustrano le 14 stazioni della Via Crucis.

Il campanile, costruito dal cardinale Carafa (vescovo di Ostia 1503-1511) fu riedificato in proporzioni più modeste nel XVIII secolo, in seguito a un terremtoto.

Descrizione dei ritrovamenti

Strutture della basilica paleocristiana e dell’area cimiteriale adiacente.

Lastra sepolcrale con iscrizione Chrys[e] hic dorm[it] (III-IV sec.) rinvenuta sotto via del Vecovado nel 1981-2 (il calco si conserva nella cappella di Santa Monica), forse però pertinente solo ad una omonima della santa.

Lastra frammentaria con parte dell’epitaphius Monnicae (inv. 10732) dedicato a Santa Monica da Anicius Auchenius Bassus, console nel 408 d.C., riutilizzata come copertura di un sarcofago in terracotta rinvenuto nel 1945 nel cortiletto a sud della chiesa, durante scavi di servizio (la santa morì ad Ostia nel 387 e fu sepolta, secondo la tradizione, in quest’antica necropoli presso l’edificio di culto).

Parte superiore di una colonnina marmorea (V sec. ca), con iscrizione S(ancta) Aur(ea), oggi riutilizzata nel presbiterio della chiesa, come base di candelabro pasquale.

Diversi reperti lapidei tardoantichi ed altomedievali decorati a bassorilievo, rinvenuti nei presi dell’edificio di culto, sono stati attribuiti alla chiesa paleocristiana-altomedievale (cfr. Pannuzi 2006)

Frammento marmoreo con decorazione ad ovoli murato nella parete destra della chiesa, che reca graffiti incisi con figure di navi, identificabili forse con tipologie di imbarcazioni utilizzate tra la fine del ‘400 e il ‘500, probabilmente eseguiti da soldati o prigionieri nella rocca, dove il frammento era prima conservato.

Nome del rilevatore: Claudia Gioia