(Prima edizione 2014)
Storia del sito
Il complesso fu rinvenuto nel 1713 durante gli scavi archeologici eseguiti dal Sacchetti all’interno della tenuta di Castel Fusano. La tenuta, che con un estensione di circa 1000 ettari collega la foce del Tevere alla tenuta presidenziale di Castel Porziano, fu acquisita dal Comune di Roma nel 1933 e trasformata in parco pubblico. La Villa, che oggi dista circa 600 metri dal mare, originariamente affacciava sulla spiaggia. Fu da subito erroneamente identificata con la villa posseduta da Plinio il Giovane (61-114 d.C.) e da lui descritta nella lettera all’amico Gallo. Ancora nel 1903 Rodolfo Lanciani, disegnando la pianta del litorale Laurentino con otto ville, confermava tale identificazione. Solo dopo una più attenta lettura dell’epistola a Gallo, a cui ha fatto seguito uno studio delle coincidenze riscontrate tra il testo e il rilievo dei resti, si è arrivati ad identificare la villa di Plinio nella cosiddetta Villa Magna, situata più a sud all’interno della tenuta di Castel Porziano. E’ probabile invece che il complesso di Castel Fusano sia da identificare, come ha avanzato Antonio Colini, con la villa dell’oratore romano Ortensio (114-50 a.C.). La villa, situata lungo l’antica via Severiana, è giunta spogliata del corredo artistico che l’arricchiva a causa degli scavi effettuati nel Settecento con lo scopo di recuperare marmi, statue e pavimenti musivi destinati alle collezioni pontificie. Lo scritto di Plinio rimane di fondamentale importanza per chi decide di visitare la Villa, in quanto fornisce elementi, comuni alla maggior parte delle ville costruite in quel periodo, riferibili alle caratteristiche della zona, informazioni sugli stili di vita adottati dai romani agiati che decidevano di cercare rifugio nella quiete offerta dalla costa a meridione della foce del Tevere.
Fase cronologica
Sono state individuate tre fasi costruttive: la prima di epoca giulio-claudia, precedente quindi a Plinio il Giovane; la seconda compresa tra la fine del I e gli inizi del II sec. d.C.; la terza, compresa tra l’età di Adriano (117-138 d.C.) e di Antonino Pio (136-161 d.C.), sembrerebbe circoscritta al solo impianto termale.
La villa continuò ad essere frequentata anche in epoca tarda, come sembrano suggerire numerosi indizi di restauro e il rinvenimento della basilichetta paleocristiana (IV-VI sec. d.C.), situata a nord-est della Villa, ad appena 8 metri fuori del suo recinto ed in prossimità della via Severiana.
Descrizione dei ritrovamenti
Villa di tipo marittimo a nuclei distinti di notevole estensione e completa di muro di cinta continuo tranne che nel lato verso il mare dove presumibilmente era situato l’ingresso principale. Al centro dell’impianto si estende un grande peristilio (di età giulio-claudia) a pianta quadrangolare con diversi ambienti disposti lungo i bracci del quadriportico. Un quartiere residenziale è posto ad est su un’ampia piattaforma elevata di circa due metri rispetto al peristilio, si riconoscono resti di muri in opera reticolata e frammenti di pavimenti musivi in bianco e nero. A sud–ovest del quadriportico si estende un impianto termale; l’ambiente più notevole presenta una pavimentazione mosaicata in bianco e nero con la raffigurazione di Nettuno con tridente su carro trainato da due ippocampi tra pesci, crostacei e cavalli marini, datato al 139 d.C.
Nome del rilevatore: Sabrina Corarze