(Prima edizione 2014)

Storia del sito

Le fonti storiche e la ricerca archeologica, ci confermano che questo territorio in eta’ tardo antica e’ caratterizzato da una vivace attività edilizia  concentrata specialmente intorno al bacino esagonale del Porto di Traiano (basilica Portuense, magazzini lungo il molo interno di Claudio, colonnato che correva lungo la banchina destra della fossa Traiana) ed in special modo nell’Isola Sacra, in cui le attività sono particolarmente intense e durature. Nella prima meta’ del VI sec. Procopio descrive ancora un porto funzionante ed in piena operatività. L’area circostante alla basilica risulta intensamente occupata fino al IX sec. Ma le continue incursioni saracene portano gli abitanti della zona a rifugiarsi nei pochi luoghi fortificati come l’Episcopio, sede vescovile situato sulla riva destra della fossa. Al 983 risale infatti, il primo documento in cui si accenna ad una donazione, appunto l’episcopio che viene citato come Castrum,cinto da mura difensive e dotato di Rocca e con il nome di Rocca di Porto.

Il castello di Porto bene rappresenta il passaggio lento e graduale dall’antica città portuale alla successiva trasformazione in fortilizio che caratterizzerà per lunghi secoli le sponde del canale di Fiumicino. L’Episcopio risulta essere l’unico complesso edilizio che superò la fase di declino e di abbandono dell’area.

Fase cronologica

La ricca stratificazione edilizia del complesso episcopale è legata in primo luogo alla particolare condizione dell’edificio, sede di una diocesi suburbicaria, illustre per antichità e prestigio curiale, ma estesa sull’area forse più desertica dell’Agro Romano, assediata dalle paludi e dalla malaria, contro le quali si è combattuto fino al primo ventennio del Novecento.

L’edificio viene citato per la prima volta in un documento di donazione del 983 come Castrum. L’aspetto attuale di un vero e proprio castello privato fu ad opera della famiglia romana degli Stefaneschi, solo verso il XV sec. il castello torno’ di proprieta’ della chiesa, ma la rinascita del complesso si deve a Alessandro VI Borgia, vescovo di Porto dal 1476 al 92 che ne ordinò il restauro.

Il ritorno alla frequentazione del luogo è testimoniata dagli interventi del cardinale F. Chigi. I lavori furono affidati a C. Fontana , che ristrutturò e ampliò la chiesa a cui aggiunse un pulpito e una fonte battesimale, costruì la cappella di Sant’ Erasmo e restaurò il Palazzo Episcopale. Nel corso del XVIII sec. l’ Episcopio conosce una nuova fase di splendore grazie ai cardinali Ottoboni che ristruttura la facciata principale del piccolo cortile interno e F. Lante della Rovere che, nel 1771, apre sulle mura perimetrali un maestoso portale caratterizzato da un arco a tutto sesto.

Un lungo periodo di altalenanti vicende e un’ insufficiente manutenzione hanno nuovamente portato l’ Episcopio ad un grave stato di degrado fino a che, la Soprintendenza, con i fondi giubilari, ha eseguito un’ importante intervento di restauro.

Descrizione del sito

Il complesso formato da un edificio a pianta grosso modo rettangolare, con un cortile al centro, un ingresso assiale e la chiesa sul lato settentrionale. L’accesso più importante è oggi quella rivolto ad est. In realtà, il prospetto principale fino a quel momento era da considerarsi piuttosto quello rivolto verso il mare, a cui guarda, per evidenti ragioni difensive. L’ingresso al palazzo episcopale avviene oggi attraverso un arco ricavato in una porzione leggermente aggettante dal prospetto, che immette, tramite un androne voltato, in una corte quadrangolare, aperta sul fondo dalla facciata dello scalone settecentesco: da questo si accede sia all’ala settentrionale, formata dall’ex appartamento cardinalizio al piano nobile e dalla chiesa al piano inferiore, sia al corpo meridionale, oggi occupato dagli alloggi dei religiosi della congregazione dei Figli di S. Maria Immacolata. Ma l’elemento di maggior spicco nel complesso è certo dato dalla grande torre, un vero mastio rafforzato da una scarpata molto pronunciata che circonda tutta la base della costruzione. La chiesa annessa al palazzo svolgeva fino al 1960 funzione di cattedrale: dedicata in origine a S. Lucia, a cui si aggiunsero SS. Rufina e Seconda (eponime della diocesi di Silva Candida), è legata anche al culto di S. Ippolito (vescovo di Porto e titolare della primitiva cattedrale sull’Isola Sacra), che dal 1990 è ufficialmente venerato come co-dedicatario della chiesa.

Nome del rilevatore: Paola Salvatori