Nel 2016 viene inclusa nel Parco Archeologico di Ostia Antica

(Prima edizione 2014)

Storia del sito

Ubicata alle propaggini settentrionali dell’Isola Sacra l’area archeologica della Basilica di S. Ippolito è caratterizzata dalla presenza di strutture architettoniche pluristratificate solo parzialmente apprezzabili allo stato attuale. La zona in cui venne costruita la basilica, sin dal II secolo occupata da strutture termali, fu progressivamente fagocitata nel secolo successivo dall’espandersi verso nord dalla vicina necropoli portuense. La sepoltura di uno o più martiri all’interno di questa struttura cimiteriale fu infatti all’origine della realizzazione di una prima aula basilicale poi obliterata dalla costruzione di quella, edificata nella seconda metà del IV sec. d.C., oggi meglio riconoscibile. Danneggiata più volte, a partire dal 455 d.C., da incendi connessi alle incursioni di varia natura, la Basilica di S.Ippolito ebbe maggiore fortuna di Ostia, oltre che delle vicine strutture portuali, tanto da divenire cattedrale di Porto nell’XI° secolo e continuare a rivestire la sua funzione di luogo di culto fino al Rinascimento. Ascrivibile ad interventi di ristrutturazione del XII° secolo è peraltro il tipico campanile romanico che tutt’oggi domina i resti dell’antico edificio ecclesiastico. Dopo secoli di oblio le strutture della basilica e quanto del suo arredamento liturgico era sopravvissuto ai secoli fu individuato e messo in luce a partire dai primi anni ’70 del secolo scorso da un’equipe dell’Università La Sapienza di Roma. A Pasquale Testini e a Letizia Pani Ermini si devono non solo gli scavi ma anche gli articoli e gli studi fondamentali sul sito. 

Fase cronologica

Epoca romana (dal II al V sec d.C.), medioevo (dal VI al XV sec. d.C.)

Descrizione del sito

Le strutture murarie oggi visibili nell’area archeologica di S. Ippolito sono per lo più pertinenti alla basilica costruita nella seconda metà del IV secolo d.C.. Questa, di grandi dimensioni (m 43,30×16,20 compreso l’avancorpo), era caratterizzata da una suddivisione in tre navate, da un’abside terminale a nord, dalla presenza della schola cantorum e da un’entrata porticata a sud. Tale edificio, come testimoniano i resti da esso inglobati o ad esso sottostanti, si insediò su una serie di strutture di epoca precedente e di diversa funzione che in taluni casi ne condizionarono anche l’assetto planimetrico. Se infatti ambienti pertinenti ad un edificio termale sono stati indagati al di sotto della vasca battesimale ubicata nella navata ovest, cisterne ed altri impianti per la raccolta delle acque sono stati documentati anche sotto quella est. Successivamente alla realizzazione di tali strutture la zona venne poi adibita ad uso cimiteriale, come testimoniano alcune formae riconoscibili nel settore settentrionale, tanto che vi furono deposti uno più martiri sulle cui tombe si impiantò una prima aula basilicale mononave. Di questa primitiva chiesa l’abside è ancora apprezzabile nel settore presbiteriale dell’edificio successivo del quale risulta notevolmente più piccola. Intorno al pontificato di Damaso (366-384) fu quindi costruita, ad opera del vescovo Heraclida come ci attestano quattro frammenti di iscrizioni con caratteri filocaliani, la basilica a tre navate il cui perimetro è ben riconoscibile da chi si trovi a visitare oggi l’area archeologica. A quest’epoca peraltro rimandano alcuni capitelli compositi a foglie lisce ed altri elementi archietettonici ivi rinvenuti, all’inizio del IX° secolo, invece, è databile lo splendido ciborio decorato ad intreccio carolingio conservato nel limitrofo Antiquarium.

Nome del rilevatore: Paola Romi